Il Sudafrica è campione del mondo
- Nuova Zelanda: 15. B. Barrett, 14. Jordan (71′ Lienert-Brown), 13. Ioane, 12. J. Barrett, 11. Telea, 10. Mo’unga (75′ McKenzie), 9. A. Smith (66′ Christie), 8. Savea, 7. Cane (C), 6. Frizell (55′ Whitelock), 5. S. Barrett, 4. Retallick (71′ Papali’i), 3. Lomax (66′ Laulala), 2. Taylor (66′ Taukei’aho), 1. de Groot (66′ Williams)
- Sudafrica: 15. Willemse (66′ le Roux), 14. Arendse, 13. Riel, 12. de Allende, 11. Kolbe, 10. Pollard, 9. de Klerk, 8. Vermeulen (58′ K. Smith), 7. du Toit, 6. Kolisi (C) (73′ Wiese), 5. Mostert (52′ Snyman), 4. Etzebeth (58′ Kleyn), 3. Malherbe (66′ Nyakane), 2. Mbonambi (4′ Fourie), 1. Kisthoff (52′ Nche)
Marcatori: 3′ Pollard (S, cp), 13′ Pollard (S, cp), 17′ Mo’unga (N, cp), 19′ Pollard (S, cp), 34′ Pollard (S, cp), 58′ B. Barrett (N, m)
Ammonizioni: 3′ Frizell (N), 46′ Kolisi (S)
Espulsioni: 34′ Cane (N)
All Blacks contro Bafana-Bafana (o Springboks) neanche l’Apartheid fermò le sfide tra queste due nazioni, questo è il 106esimo match tra le due contendenti. Dalla sfida in finale di coppa del mondo tra queste squadre del 1995 è stato tratto il film Invictus
che ha ricevuto due nomination agli Oscar. Una storia incredibile andata in scena il 24 giugno 1995 al termine di un Mondiale la cui importanza è ancor oggi sottolineata da tutti, visto che il torneo andato in scena nella Rainbow Nation a metà degli anni ‘90 fu la celebrazione del nuovo Sudafrica, guidato da Nelson Mandela e voglioso di cancellare il passato macchiato dai crimini e dalle ingiustizie dell’apartheid.
Piove alle 21,00 sopra lo Stade de France e ciò potrebbe avvantaggiare i sudafricani, ma mai sfida fu così in bilico prima di dare il calcio d’avvio. Tre volte campioni del mondo entrambe le squadre, uno stadio stracolmo, la coppa del mondo, la William Webb Ellis Cup, portata da due icone del rugby, uno per nazione. Poi l’Haka, la danza Maori dei neozelandesi, eseguita con grande coraggio e terminata col messaggio che hai nemici si è disposti a tagliare la gola, forse un po’ esagerato ma d’impatto sicuro per chi osserva in maniera neutrale.
La partita: partono male i tutti-neri, rimanendo in 10 dopo pochissimi minuti per un giallo d parte dell’inglese Wayne Barret, arbitro del match, a
Shannon Frizell che si siede fuori campo per 10′. I sudafricani devono invece rinunciare a Mbongeni Mbonambi, giocatore essenziale nelle rucks per i verdi d’Africa.
Sono i calci di punizione i protagonisti nel primo quarto, scappa il Sud Africa 6-0, gli All Blacks accorciano , ma subito dopo i Ragazzi-Ragazzi (Bafana- Bafana) rimettono il divario a 6 lunghezze, insomma al20′ siamo sul 9-3.
La palla scivolosa non aiuta il gioco alla mano, e sono i calci i protagonisti.
All Blacks nuovamente in inferiorità numerica. Dopo una review al TMO arriva il giallo (con proposta di rosso) per Sam Cane a causa di un placcaggio alto nei confronti di Jesse Kriel.
Ancora in difficoltà i neozelandesi che lasciano ancora un calcio di punizione agli avversari. Intanto Sam Cane riceve il rosso proprio mentre gli Springbocks vanno sul 12-3, è sempre Pollard che mette l’ovale tra i pali. Dura per i tuttineri che dovranno giocare tutta la partita in 14.
37′ – Che reazione degli All Blacks! Grande azione offensiva della Nuova Zelanda che sfiora la meta con Ioane, ma gli Springboks si salvano. Ci sarà, però, una punizione per un fallo di Vermeulen che ha interrotto l’azione offensiva dei neozelandesi.
Mo’unga non sbaglia con un calcio perfetto: la Nuova Zelanda torna a -6 a pochi minuti dall’intervallo , il risultato è 12-6.
Squadre a riposo allo Stade de France con gli Springboks in vantaggio 12 a 6, ma soprattutto con un uomo in più dopo l’espulsione di Sam Cane. Il Sudafrica è stato padrone del campo, ma gli ultimi minuti del primo tempo sono stati interpretati molto bene dagli All Blacks, in crescendo nonostante l’inferiorità numerica.
Il Sudafrica parte forte e va vicino alla meta, ma c’è un pallone tenuto alto dalla difesa neozelandese. Gli All Blacks allontanano il pericolo.
45′ – Ancora Sudafrica! Passaggio con il piede in profondità per Willemse per premiare il guizzo di Arendse che, però, non riesce a schiacciare oltre la linea di meta perchè l’ovale gli scivola prima di essere schiacciato a terra.
Altro cartellino giallo (con proposta di rosso) estratto dall’arbitro dopo una review al TMO. Stavolta è nei confronti di Siya Kolisi dopo un placaggio alto (testa-testa) su Savea. Vedremo se anche questo si trasformerà in rosso, intanto è stata ristabilita così la parità numerica: 14 contro 14.
Intanto si salva il Sudafrica con Kolisi: il giallo non si trasforma in rosso, ancora qualche minuto per rientrare in campo.
Il TMO cancella la meta! Dopo la touche c’è stato un in avanti in raccolta di Savea. Si riparte, però, con una punizione per gli All Blacks.
Stavolta è tutto regolare! Da una touche nei 5 metri sudafricani nasce l’azione insistita degli All Blacks che piazzano la meta grazie a Beauden Barrett su passaggio di Tele’a. Mo’unga non trasforma, difficilissima la trasformazione,: la Nuova Zelanda è a -1 (12-11).
Nuovo colpo di scena! C’è un in avanti volontario di Kolbe, dopo la review al TMO arriva il cartellino giallo per lui: l’incontro finirà 14 vs 14, ma intanto c’è una punizione per la Nuova Zelanda. Niente da fare, il calcio di punizione calciato dagli All Blacks, sfila di poco il palo.
Sta per scadere il tempo, la Nuova Zelanda deve risalire il campo: basterebbe anche un drop per vincere il match
80′ – Tutto in una mischia: siamo a 79’37”, a immettere il pallone sarà il Sudafrica
Come a Johannesburg nel 1995 la storia si ripete: il Sudafrica batte la Nuova Zelanda in finale e vince il quarto Mondiale della sua storia. Allo Stade de France finisce 12-11: accade quasi tutto nel primo tempo con i quattro calci di punizione di Handre Pollard. Gli All Blacks, in inferiorità numerica per 50 minuti dopo il rosso al capitano Sam Cane, hanno giocato uno straordinario match, sfiorando anche il vantaggio a 6 minuti dalla fine con la punizione sbagliata da Jordie Barrett. Per gli Springboks è il secondo Mondiale consecutivo: c’era riuscita solo la Nuova Zelanda nel 2007 e nel 2011.
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