Un arcade glorioso partorito proprio… per gioco in Giappone. “Quelle sale bar dovevano diventare centro ricreativo e non covi di accaniti fumatori” raccontò l’ideatore Iwatami: e nacque un mito lungo 40 anni.
Oltre le frontiere della celebrità, per un gioco arcade che ha fatto perdere la testa a quasi 2 miliardi di persone, dalla sua terra natale, il Giappone, sino all’ Italia, dove Mister Pac Man giunse solo alla fine dell’anno successivo.La pizza – gioco più famosa del mondo compie i suoi primi “anta”. La celebrazione ogni 22 maggio, riconosciuto universalmente quale “Pac-Man Day” o più semplicemente PCD si svolge nel quartiere più noto (da quel fatidico giorno) di Tokyo: Shinjiuko, sede per più di un cinquantennio della Namco Ltd. I proprietari di Mr Pacman sono originari della gigantesca capitale nipponica, ma le origini del gioco che tanto ha affascinato ed affascina devono rintracciarsi a Hokkaido. Toru Iwatami si trova nel nord dell’ arcipelago giapponese, si sussurra dopo una litigata da film con la moglie Yoko, ed ha deciso di chiudere quel rapporto tormentato che però nel pomeriggio si ricompone. La motivazione è un’ idea meravigliosa, Iwatami é seduto al tavolo del ristorante quando la sua attenzione viene calamitata da una pizza cui è stata tolta una fetta. “Assomiglia moltissimo alle fauci di uno squalo” rumina tra sé Toru, il progetto di potere sfruttare quella creazione davanti ai suoi occhi per una nuova creatura arcade unica nel suo genere ha merito proprio nella perseveranza della consorte, che domanda e poi esorta il marito a presentare il “progetto” negli studi della Namco. É il settembre 1979 e il futuro gioco vincente è esposto nella dinamica al boss della ditta, Masaya Nakamura, avrà il nome di Puck Man, letteralmente “l’ uomo che mangia”. Quella pizza senza una fetta si trasforma in una bocca capace di divorare palline muovendosi all’ interno di un labirinto, costellato di frutti esotici e popolato da nemici infidi.”Paku Man, era una pallina che letteralmente masticava, correndo rumorosamente su e giù – rammenta Toru Iwatami, oggi 85enne -. Questa idea è nata proprio… per gioco, il gioco in grado di trasformare le sale giochi da stanze per fumatori in circoli ricreativi in cui sarebbero state le donne le protagoniste. Proprio questo mio obiettivo, più un sogno che altro, battezzarono il nuovo Pac Man con generale scetticismo. Il gioco poi arrivò in America, ed era alquanto facile confondere quel Puck con qualcosa di più… forte e che inizia per lettera F. Così venne cambiato il nome, e furono modificati i labirinti in modo che per la pallina gialla fosse sempre più difficile completare il percorso!“.Le insidie di Pac Man sono quattro astuti fantasmini guidati dal velocissimo Blinky, rosso scarlatto e in grado di captare sul nascere le intenzioni dell’ avversario. Dietro lui, Pinky, rosa delicato e molto bravo nel tagliare la strada, Clyde ed Inky, colorati in azzurro ed ocra-arancio, sono più lenti ma non meno ardui da tenere a bada. La “medicina” miracolosa per la pizza mangiona è data da quattro pillole (white pillow) che trasformano il primattore da preda a predatore : i fantasmini diventano tutti blu e per dieci secondi possono essere a loro volta divorati, ma attenzione! Una volta divorati si rigenerano al centro del quadro e tornano più feroci e veloci di prima.”Le donne, le ragazze, le bambine, un nuovo orizzonte nel mondo del videogioco, i maschietti preferivano il game spaziale con astronavi ed alieni : Galaxian, Galaga, Invaders” riprende Toru Iwatani. “Ma Pac Man rivoluziono’ lo scenario, tanto da farne ordinare 100mila esemplari negli Stati Uniti. Masaya Nakamura mi chiamò : queste ragazzine finiranno con l’essere un tutt’ uno con il video game.