Steve Hackett, anima dei Genesis e solista… il prossimo 16 febbraio esce il suo nuovo lavoro:
Il leggendario chitarrista rock Steve Hackett pubblicherà il suo nuovo album in studio “The Circus And The Nightwhale” il 16 febbraio 2024. Un concept album, un rito di passaggio in cui un giovane personaggio chiamato Travla è al centro di tutto il racconto. Le 13 tracce di “The Circus And The Nightwhale” hanno un angolo autobiografico per il musicista che dice della sua trentesima uscita da solista: ” Adoro questo album. Dice le cose che volevo dire da molto tempo.”
Il 12 febbraio 1950 nasce Stephen Richard Hackett, chitarrista inglese, cantante e compositore di rock progressivo, celebre soprattutto per il suo lavoro nei Genesis, con cui ha inciso otto album dal 1971 al 1977, per poi intraprendere la carriera solista. Hackett iniziò a suonare fin da piccolo; a quattro anni ebbe in regalo il suo primo strumento: una armonica a bocca, mentre a dodici anni intraprese lo studio della chitarra come autodidatta. Il suo stile fu influenzato dalla musica classica (soprattutto Bach) e operistica (Mario Lanza), ma anche dal blues di artisti britannici come Danny Kirwan, Peter Green e John Mayall & the Bluesbreakers.
Negli anni sessanta iniziò a suonare in gruppi della nascente scena progressive (Canterbury Glass e Sarabande). Nel 1970 pubblicò il primo album The Road come membro dei Quiet World, un gruppo in cui suonava anche suo fratello, John Hackett, al flauto. In cerca di una nuova band, Hackett pubblicò un annuncio sulla rivista Melody Maker in cui diceva di cercare musicisti “determinati ad andare oltre le attuali stagnanti forme musicali“. All’annuncio rispose Peter Gabriel, il cui gruppo, i Genesis, cercava un rimpiazzo dopo l’abbandono di Anthony Phillips. Tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio del 1971 Hackett (di un solo giorno più vecchio di Gabriel) entrò nei Genesis. Dopo qualche iniziale difficoltà di inserimento, Hackett trovò nei Genesis il suo contesto ideale. Sul palcoscenico la sua immagine (con gli occhiali, seduto e chino sulla sua chitarra) controbilanciava la teatralità esplosiva di Gabriel.
Nel 1975, Hackett fu il primo membro dei Genesis a pubblicare un album solista, Voyage of the Acolyte, a cui parteciparono altri membri del gruppo (Collins e Mike Rutherford). In quell’occasione, Hackett iniziò a sentirsi spinto verso un lavoro più indipendente; fu così che nel 1978 abbandonò definitivamente la band pubblicando il suo secondo lavoro da solista.
Ancorato ancora allo stile “genesiano” il suo Please don’t Touch contiene molti degli spunti compositivi che non riuscirono a sfociare nei lavori coi Genesis e consentirono ad Hackett di esprimere quegli aspetti musicali che non incontravano l’approvazione del resto del gruppo. L’album vede la presenza di numerosi ospiti di fama internazionale come Randy Crawford, l’icona folk statunitense Richie Havens, il batterista e il cantante dei Kansas Phil Ehart e Steve Walsh, oltre al collaboratore di Frank Zappa Tom Fowler ed al batterista in concerto dei Genesis Chester Thompson.
Hackett continua a produrre circa un album all’anno; nel 1979 esce Spectral Mornings che ha un discreto successo nell’anno della sua uscita, probabilmente perché Hackett veniva ancora etichettato come l’«ex chitarrista dei Genesis, e “abbastanza” perché è un lavoro troppo avanzato e variegato per poter essere compreso fino in fondo; infatti in questo lavoro trovano una felice commistione tradizione e sperimentazione.
Nel 1980 tocca a Defector, la cui traduzione è: fuggiasco, colui che abbandona. E nel titolo di questo album del 1980 c’è probabilmente il distacco più emotivo e vero da ciò che aveva segnato fino a poco tempo prima la carriera di Steve Hackett, cioè l’appartenenza a un gruppo storico del prog Inglese, i Genesis. La scelta di Hackett di abbandonare non fu sofferta. Egli infatti è entrato in rotta di collisione con l’indirizzo che gli altri tre membri cercano di dare alla musica del gruppo dopo “Wind and Wuthering”. Steve, ormai soffoca strangolato dalle mire, solo commerciali della band, vuole continuare un discorso di qualità basato sulla sperimentazione, e la coerenza più di onestà intellettuale che di linea musicale. Dopo il primo disco in cui era ancora all’interno dei Genesis, e dopo i successivi due che furono anche grandi successi commerciali (“Spectral Mornings” e “Please, Don’t Touch”) qui l’artista sembra avviato alla carriera “solo” ormai definitivamente e credo che abbia scelto non a caso questo titolo. La sua carriera continua seguendo un filo che prosegue con la sperimentazione, l’avvicinamento al pop, il ritorno ai brani genesiani nei vari Genesis Revisited. Ora come scritto all’inizio dell’articolo stiamo aspettando il 16 febbraio con l’uscita del nuovissimo: The Circus And The Nightwhale.
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