Il Netzer di Quezzi ci fa vivere la stracittadina fra ricordi e speranze
“… a undici anni, presi un treno dei tifosi da solo ed andai a Varese per assistere ad un Varese – Sampdoria che finì 0-0” e mentre dice questo si avverte ancora l’animo del piccolo-grande tifoso che, orgogliosamente, esibisce la passione e l’amore per i colori blucerchiati. A parlare è Enrico Nicolini, ex giocatore professionista, ora allenatore, che iniziò la sua carriera nelle giovanili della Samp ed esordì in serie A al 44’ del primo tempo di un derby subentrando ad un “monumento del calcio di allora” come Giovanni Lodetti, infortunatosi ad una spalla. La carriera di Enrico Nicolini iniziò così, e proseguì con le maglie di Catanzaro, dove venne promosso in A, Napoli, Ascoli, Bologna e poi a fine carriera il ritorno, sempre in B col Catanzaro. Una vita da mediano la sua, a combattere su tutte le palle, senza paura, con coraggio ed altruismo. Il suo iter come allenatore, invece, iniziò in Liguria, ma con la tuta del Catanzaro addosso, la sua prima partita in assoluto fu al torneo Carlin’s Boy, dove i giallorossi calabresi sfidarono i padroni di casa e organizzatori del torneo. Arbitro di quella partita, un certo Marco Martini di Genova, che già al secondo minuto espulse un giocatore calabrese per un’entrata rude. Superato lo shock di un inizio così traumatico, il nostro “Netzer di Quezzi” ha fatto carriera e ha allenato in piazze importanti come Novara, Palermo, Brescia con Mazzone, poi dal 2009 ha legato la sua immagine a quella di Andrea Mandorlini, in Romania al Cluji, vincendo campionato e coppa, poi al Verona. Una separazione consensuale della coppia Mandorlini – Nicolini ci fu quando il Genoa prese alle sue dipendenze il tecnico ravennate, per poi riunirsi in B alla Cremonese dove è tuttora sotto contratto.