“Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita”.
Fu così che il Sommo Poeta iniziò, il 7 aprile 1300, il suo percorso di conversione dal peccato (la selva oscura) grazie all’aiuto delle sue guide spirituali, Virgilio e Beatrice. Un cammino denso di incontri celebri, che Dante immaginò di trovare durante il suo percorso verso la luce redentoria. Nell’Inferno dantesco viene adottato uno stile umile e di basso profilo, mentre all’arrivo in Paradiso i versi del poeta fiorentino diventano aulici e più elevati. L’opera
è un poema allegorico, scritto in terzine incatenate di endecasillabi (poi chiamate per antonomasia terzine dantesche) in lingua volgare- fiorentina, ava della nostra lingua italiana. Quello di Dante, con la Divina Commedia, fu un viaggio iniziato 719 anni fa e che ancora oggi è motivo di orgoglio per la letteratura italiana, studiata in tutto il mondo e universalmente riconosciuta come capolavoro assoluto letterario.
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