Quando l’euforia prende la mano
È l’aprile del 1977 quando “The Clash”, primo album in studio dell’omonima band, esplose in maniera del tutto inaspettata al punto che, Joe Strummer, per celebrare al meglio l’evento, decise di scrivere il nome del disco, con una bomboletta spray, sui muri di Camden Town; il risultato fu spettacolare, le conseguenze del gesto un po’ meno: finì in carcere e raggiunse il resto della band arrestata poco prima , per aver sparato a dei piccioni con un fucile ad aria compressa.
La voglia di replicare il successo del primo lavoro era accompagnata dalla paura di non riuscire a trovare un produttore adatto in grado di carpire e valorizzare al meglio il suono particolare della band. E, che ci crediate o no, John Lennon era il nome che metteva tutti d’accordo.
Così, il roadie storico della band, riuscito ad avere il numero di casa di John, lo passò a Strummer, che lo tenne talmente tanto in tasca che si sgualcì al punto da non riuscire più a leggere neppure una cifra. Strummer raccontò: Continuavo a chiedermi, ogni giorno, “… figurati cosa cazzo gli fregherà, a John Lennon, dei Clash”. E così non fece mai quella telefonata, che probabilmente sarebbe riuscita a coniugare la deliziosa anarchia di Lennon alla rivolta punk dei Clash.