Ornella Vanoni canta: Albergo a ore
Amore e morte in un albergo a ore dove un cameriere racconta come la bellezza e l’eternità dell’amore e al contempo della morte rompano la sua routine lavorativa, come se amare fosse un po’ morire. Il suicidio diventa sublimazione dell’adulterio, l’estrema fuga alla condanna altrui, ad un “amore proibito”. Proibizione che arrivò puntuale anche dalla censura che fece in modo che questa splendida canzone non venisse più trasmessa. L’uomo che non sa amare e che condanna chi lo fa, riesce a sublimare la sua povertà di spirito, ma spesso è lo stesso che si nasconde con una donna che vende il suo corpo per assaggiare il gusto del proibito.