Parole ed immagini di una Grecia da portare nel cuore
Ugo Foscolo, in uno dei suoi più conosciuti sonetti, rimembra l’isola che lo ha visto fanciullo e ne esalta l’immensa bellezza scusandosi con l’isola stessa per l’impossibilità di uno dei suoi più amati figli (Ulisse) di farvi ritorno.
Né più mai toccherò le sacre sponde
Ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
Del greco mar, da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
Col suo primo sorriso, onde non tacque
Le tue limpide nubi e le tue fronde
L’inclito verso di colui che l’acque