Da questa sera a domenica 23 febbraio “Notre Dame de Paris”, il musical dei record al Teatro Carlo Felice di Genova. Nei panni di Quasimodo, Gio’ Di Tonno: “Un Gobbo di Notre Dame che si è evoluto, e che sempre continua ad emozionare nel nome del sentimento più profondo e vicino ai gusti del pubblico”.
Il musical dei record, ben 1700 repliche svoltesi dalla data della prima rappresentazione al Palais Des Congres de Paris il 16 settembre 1998. Notre Dame de Paris, tratto dall’ omonimo romanzo di Victor Hugo, un successo planetario che ha toccato ben 46 Paesi del mondo tra cui Russia, Cina, Inghilterra, Svizzera, Giappone, Corea, Libano e, naturalmente Italia, da questa sera (ore 21)e sino a domenica 23 febbraio (due spettacoli, previsti rispettivamente alle ore 16 e alle ore 20)sarà di scena al Teatro Carlo Felice di Genova.
Ispirato al libretto di Luc Plamonton, con le splendide musiche firmate da Riccardo Cocciante, Notre Dame de Paris avrà un adattamento molto sofisticato, a firma di Pasquale Panella e della regia di Gilles Matthieu. Nei panni del celeberrimo Gobbo Quasimodo, il campanaro di Notre Dame, ci sarà Gio Di Tonno, mentre toccherà alla bellissima Elhaide Dani interpretare l’affascinante zingara Esmeralda. “In Notre Dame De Paris si assiste all’ eterno confronto tra il bene travestito da deformita’ orripilante ed il male subdolo sotto le mentite spoglie dell’ amore – sottolinea Gio Di Tonno – due attori che nella loro inesorabile e continua lotta testa a testa costruiscono uno show straordinario , che apre cuore, occhi ed orecchie al godibile, all’ emozionante “. Questo musical è stato riconosciuto come la migliore espressione del fare spettacolo:” Un Quasimodo che entra nel cuore del pubblico, che cammina con le sue emozioni assieme alla platea, affrontando i sentimenti nel modo più naturale, quello della gente”.
Il Gobbo di Notre Dame vide la luce dalla penna di Hugo nel maggio 1831, ma sarebbe stato rappresentato a teatro oltre un secolo dopo. Si vedeva nei panni di quell’ uomo dall’ aspetto così orrido un vero e proprio attentare all’ esteriorita’ che rendeva gelosissimi i Francesi della loro “epoque”, ma soprattutto si vedeva un possibile invito al sovvertimento politico, il ritorno al giacobinismo che abbatte irresistibile l’ Ancient Regime. Ecco dunque il debutto a Parigi nel 1998, una regia di Gilles Matthieu che anziché sviluppare l’ azione trasversalmente come un musical, allestisce lo spettacolo in forma semi scenica, con scenografie e contenuti in costume. Fu tale l’ eco del trionfale escursus del Gobbo di Notre Dame che nel 2000 “Notre Dame de Paris” divenne anche appannaggio del teatro americano, con una versione però bruscamente tagliata e fiacca per la regia di Will Jennings, rappresentata a Las Vegas.
L’ ormai famosissimo musical si dipana in due atti, sempre più coinvolgente ed emotivamente unico, nel 1482. A Parigi, sul sagrato della grande Cattedrale di Notre Dame, il poeta Pierre Gringoine introduce la storia che si apre con l’ invasione degli zingari, guidati dal loro re Clopin Touillefou. Alla domanda di asilo presso la Corte di Francia, la risposta è sprezzante quanto drammatica : l’ arcidiacono Claude Frollo, che odia gli zingari in maniera viscerale, spedisce un corpo di guardia alla cui testa figura il fedele Febo. Il conflitto arride alla soldataglia e tra i prigionieri che giungono a Corte vi è Esmeralda.
É il giorno della Festa dei Folli, in cui è usanza proclamare sovrano l’ essere più spaventoso dell’ intera città. Parigi elegge Quasimodo, l’ orrendo campanaro della Cattedrale che Frollo desidera da tempo vedere impiccato. Il perfido arcidiacono, invaghitosi di Esmeralda, ha in mente un piano malvagio, fare rapire la bellissima ragazza dal Gobbo, sposare la fanciulla e quindi addossare al povero Quasimodo la colpa del misfatto, condannandolo alla morte.
Ma avrà una sorpresa : Febo, il capo dei soldati, si è anche lui innamorato di Esmeralda e mal sopporta l’ idea di vedere condannare anche la fanciulla. Quasimodo la libera, ma cade vittima dei soldati, Febo anziché riportare la ragazza da Frollo, decide di dichiarare a Esmeralda, donna passionale e ardente, il suo amore. Non è un luogo angelicato la sede del primo appuntamento, pur possedendo un nome fiabesco : Val d’ Amore, sede di incontri clandestini dove le protagoniste sono per lo più prostitute. Gringoire, a sua volta sospettato di avere favorito l’ insediamento a Parigi degli zingari, é braccato da Frollo, ma salvato da Esmeralda che lo sposa: qui si inserisce a incastri la complicata vicenda amorosa che vede la bella zingara innamorata di Febo, che ricambia l’ amore pur se fidanzato con Fiordaliso. Frollo, a sua volta innamorato di Esmeralda, matura il piano : Quasimodo potrà guadagnarsi la libertà se ucciderà Febo e rapira’ Esmeralda , lui poi farà nuovamente arrestare il Gobbo e si sarà sbarazzato di due dei suoi tre rivali. Il piano riesce : Quasimodo manca il colpo, il pugnale di Esmeralda cade nelle mani del malvagio arcidiacono, salvatosi miracolosamente dai fendenti di Febo, ormai pazzo di gelosia.
Giochi fatti? Per Frollo sembra così. E mentre Quasimodo rinchiuso a morire di fame, viene confortato da Esmeralda, suscitando in lui l’amore, Febo é condannato. Nuovo colpo di scena, per Frollo é molto più forte la sete di potere che il bisogno d’amore, meglio far ricadere la colpa sulla sventurata Esmeralda e dare una memoranda lezione agli zingari dapprima occupandosi di Clopin, quindi togliendo da mezzo anche Esmeralda. Febo che si è riconciliato con la sua fidanzata Fiordaliso, non si rassegna a perdere la passione di Esmeralda, ma il prezzo da pagare è altissimo. Esmeralda è una nemica del regno di Francia e va trattata come tale. La volontà di Frollo cozza contro il nobile cuore di Febo, Frollo gioca per la seconda volta d’ astuzia e si reca nelle prigioni chiedendo a Esmeralda un bacio d’ amore come pegno per liberare gli zingari dalle catene. Esmeralda cede, é quanto basta a Frollo per scatenare gli sgherri per una volta ancora. Clopin viene ucciso, Esmeralda condannata e questa volta impiccata. Sono rimasti in due, Febo e Quasimodo, in due a lottare per il nobile cuore e l’ addio : Quasimodo uccide Febo, quindi si lascia morire dopo avere dichiarato la sua eterna devozione per la bellissima zingara.