Risolto il mistero, grazie all’esame del Dna
Per risolvere l’intrigante mistero delle “sfere gelatinose”, più di novanta grandi bolle trasparenti del diametro medio di circa un metro osservate negli ultimi trent’anni nelle profondità del Mediterraneo e dell’Atlantico, in particolare nei mari scandinavi, c’è voluta una vera e propria task force. Più ricercatori scientifici che ineffabili Sherlock Holmes, a dire il vero, animati da una missione comune: comprendere di cosa si trattasse.
Materiale organico, senza dubbio: ma mancava un tassello fondamentale – l’esame del DNA – per capire a che specie appartenessero quelle che già nel 2011 Roberto Sandulli, docente di zoologia all’Università Parthenope di Napoli, aveva individuato come “teche ovariche” prodotte da femmine di molluschi cefalopodi.