La crescita esponenziale del giocatore che gioca al Funino
Di tutte le esperienze formative che ho fatto nella mia vita calcistica, quella che mi ha affascinato nel giro di poche ore, è stata quella di Horst Wein. Il segreto? La semplicità, l’estrema linearità del pensiero del Guru tedesco, l’allenatore degli allenatori? E’ il campo che insegna a giocare ai ragazzi, non il formatore, sono le situazioni, che ripetute molteplici volte portano i giovani e meno giovani giocatori ad apprendere dalla propria esperienza, il formatore deve solo fungere da luce per illuminare il percorso di crescita. Come? Con delle semplici domande che portino a riflettere il giocatore su quello che ha fatto e che avrebbe potuto fare. La domanda è uno strumento geniale, che permette al giocatore di capire autonomamente e di comprendere errori e soluzioni ai problemi che gli abbiamo proposto sul campo, quindi con questo sistema andiamo ad eliminare qualsiasi contrasto tra Coach e giocatore eliminando così frizioni ed incomprensioni. Fin dalla prima volta che vidi dei ragazzini avvicinarsi ai giochi del Funino notai che nel giro di 45 minuti/1 ora, erano riusciti ad eliminare autonomamente alcuni difetti tecnici, di posizionamento e tattici, da notare che la tattica viene somatizzata in maniera autonoma, senza forzatura alcuna.