Il 16 febbraio è uscito l’ultimo lavoro ricco di elettronica…
Per anni è stato il paladino dei fan del progressive, custode di una tradizione che andava dai Pink Floyd ai King Crimson. Ma Steven Wilson è molto di più. Anima musicale curiosa ha sempre sperimentato cercando vie nuove. Come ha fatto nel nuovo “The Future Bites”, un album dalla forte impronta elettronica in cui racconta in modo critco e satirico la nostra società dominata dalla corsa ai consumi e dal dominio della Rete e dei social media.
Un album che sarebbe dovuto uscire la scorsa primavera e che la pandemia ha rinviato di quasi un anno, ma che ora ha visto la luce. Entrato al quarto posto della Top100 inglese, “The Future Bites” è sicuramente un capitolo particolare e controverso nella carriera di Wilson, destinato a far storcere il naso ai puristi del prog che lo hanno amato nel percorso con i Porcupine Tree prima e da solo poi. In un’intervista di qualche settimana fa Wilson ha spiegato che l’idea di un album del genere gli è venuta durante il tour di “To The Bone”, il lavoro del 2018. Quando provava a comporre qualcosa con la chitarra, lui che è chitarrista di valore e ha fondato sulla chitarra tutta la sua carriera, non trovava ispirazione, sentiva tutto come noioso, già fatto… E allora da qui la necessità di esplorare nuovi strumenti e nuove sonorità
Reduce da un’operazione di remix su alcuni album dei Tears For Fears, Wilson porta con sé sprazzi dell’opera altrui, come era accaduto all’epoca del suo lavoro sui dischi dei King Crimson. In questo caso l’elettronica odierna si impasta con l’attitudine art rock di Wilson e con il suo amore per un certo pop degli anni 80, già celebrato in “To The Bone”. Una poetica chiaramente espressa in uno dei singoli, “12 Things I Forgot”, in cui canta: “Ora me ne sto in un angolo a lamentarmi di come le cose fossero migliori negli anni 80”.
Ma “The Future Bites” è anche un album ambizioso e importante dal punto di vista lirico e tematico. Wilson esplora i diversi modi in cui il cervello umano si è evoluto nell’era di internet e mostra all’ascoltatore le dipendenze del XXI secolo. Si tratta di un luogo dove esperimenti pubblici mettono in mostra gli effetti della tecnologia nascente sulla nostra vita. Dalla shopping-terapia fuori controllo, ai social media manipolatori e la perdita dell’individualità. Un quadro che, sebbene pensato quasi due anni fa, assume ancora più significato alla luce di quanto vissuto in questo periodo Covid. Tra i brani del disco spiccano “Self”, accompagnato da un video realizzato in digital morphing dove il viso di Wilson si trasforma in quello di molti personaggi, da Donald Trump a Arnold Schwarzenegger fino ad arrivare a Paul McCartney e David Bowie, “12 Things I Forgot”, elegantamente pop, e “Personal Shopper”, quasi dieci minuti di cavalcata elettronica con echi di Giorgio Moroder in cui vengono messi alla berlina consumismo, ossessione per il lusso e avidità. In quest’ultima c’è un featuring di Elton John che non canta ma si limita a elencare una serie di prodotti in vendita.
Come sempre molto attento al suono e alla produzione, Wilson ha prodotto il disco insieme a David Kosten. “The Future Bites” è il primo album contemporaneo ad essere mixato e pubblicato in Dolby Atmos.
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